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Sabato 13 agosto 1661 a Peschiera del Garda si spegne, poco più che cinquantenne, nel pieno esercizio delle sue funzioni di Provveditore il nobiluomo veneziano Giovan Francesco Loredano, noto per essere stato il fondatore e principe dell'Accademia degli Incogniti e per il forte odore di libertinismo che emanavano le sue vicende biografiche. Loredano aveva dedicato la sua trentennale opera di promotore culturale alla prepotente fede nella potenza eternatrice della parola stampata, tessendo intorno a sé una fitta rete di cantori della sua grandezza. Il filo del ragionamento riparte da qui per verificare l'eventuale efficacia e la durata anche postuma di un piano di notorietà tanto dettagliatamente ordito. Chi si farà carico del suo programma? Quale immagine avranno di lui, nell'immediato futuro, i coprotagonisti della stagione culturale che egli aveva animato? La riproposta in questo libro delle uniche due biografie a lui dedicate dai contemporanei si rivela centrale ai fini della verifica del suo lascito culturale.